Alcuni istituti di credito stanno iniziando ad avviare politiche aziendali che prevedono delle giornate in smart working durante la settimana.
SmartWorking e banche: l’esempio di Unicredit
L’obiettivo di Unicredit è permettere ai propri dipendenti di lavorare da casa il 40% della settimana. Un processo graduale, visto che dopo la pandemia è previsto il ritorno in ufficio, da settembre, per poi partire con il progetto pilota da ottobre: 2 giorni a settimana – come riporta il sito specializzato Qui Finanza – su base volontaria per il personale amministrativo e di sede, mentre i dipendenti delle filiali potranno optare per 1 giorno a settimana in smart working. Nessun obbligo, come previsto dal contratto collettivo nazionale rinnovato nel dicembre 2019 e che prevede massimo 10 giorni di smart working a settimana sulla base della volontarietà. Uno degli obiettivi è quello di ripensare agli spazi lavorativi, con meno scrivanie e più aree comuni. Si tratta di un piano di razionalizzazione, quello di Unicredit, che prevede la chiusura di 450 filiali e massicci investimenti sul digitale. I correntisti si sono anche lamentati per il rialzo dei costi (qui le banche che li stanno aumentando di più) sui conti correnti. In cambio, la banca ha deciso di modificare le condizioni del tasso debitore degli affidamenti in essere o del tasso di sconfinamento sul conto corrente.
Non solo Unicredit però: da tmepo tutte le abnche europee stanno lavorando sullo spsotare dipendenti e “lavoro” in modalità smartworking. La pandemia su questo fronte ha solo accelerato il tutto.
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